domenica 15 aprile 2018


          In contrada Balze Soprane  nel territorio di Bronte vicino a Maletto, ai confini dell’Akesines e del Simeto, si trova una struttura megalitica a spirale dove sono visibili un simbolo solare e un altare che  finora non sono stati presi in considerazioni da chi si è occupato del sito.
Il simbolismo e il periodo ci conducono al culto della Grande Madre, una dea della fertilità, della nascita, della vita, della morte e della rigenerazione.
 La spirale era  il simbolo dell’energia e del tempo ciclico, un’allegoria del femminile,il  simbolo solare invece rappresentava la componente maschile, che con il suo sorgere e il suo tramontare fecondava la dea madre e dava già l’idea della risurrezione dell’anima simile a quella semitica (il disco solare, secondo le teorie dell’archeologa Marjia Gimbutas, potrebbe rappresentare l’ombelico, dove è concentrato il suo potere di produrre la vita anche se personalmente non condivido questa tesi ma penso che i cerchi rappresentino il sole  la parte maschile (complementare alla dea stessa).
La collinetta adiacente è la metafora del ventre gravido della dea madre.
Le spirali trovate in Sicilia incise nei portelli delle tombe di Castelluccio  studiate da Paolo Orsi e Bernabò Brea   datate  all’Antica Età del Bronzo furono  accostate  ad altre dell’area del Mediterraneo.
I portelli erano rivolti all’interno e coperti da altre lastre, si suppone che le incisioni non avessero funzione di decorazione ma avessero funzione propiziatoria e devozionale.
 Le spirali le troviamo in Sardegna in varie tombe del tipo domus de janas della cultura di Ozieri, le troviamo in un basso rilievo custodito a Parigi con accanto la raffigurazione dell’iniziazione di Agamennone ai culti misterici proveniente dall’isola di Samotracia in Grecia, le ritroviamo a Malta nei templi di Tarxien o nell’ipogeo di Hal Saflieni, sono visibili in Irlanda nella stele che chiudeva la tomba a corridoio di New Grange e in molti altri siti e oggetti, ma le spirali più rappresentative sono quelle di iniziazione alla caccia situate nella Grotta dei Cervi di Porto Badisco.
La caratteristica del sito in Balze Soprane è che la spirale non rimanda solo alla simbologia, ma anche al culto religioso perché era il luogo vero e proprio dove si svolgevano i culti.
Al Nord della struttura si trova l’altare, sul lato Est invece è collocata la spirale mentre il disco solare si trova sul lato Ovest, direzione nella quale tramonta il sole. Nella contrada è presente una piccola necropoli, non di recente infatti durante dei lavori di un gasedotto sono state trovate  quattro tombe dove sono state rinvenute delle ossa umane datate con il metodo del radiocarbonio tra il 4370-4220 a.C. circa, sono tombe a fossa del tipo neolitico, ricavate nel concavità della roccia e delimitate da pietre o lastre singole.
La spirale è percorribile lungo un corridoio di circa dodici metri e largo uno, con una linea di pietre a secco lunga circa 30 metri, un luogo ideale per i riti di iniziazione, di guarigione, di nascita e di morte.
La datazione del sito è incerta ma nelle vicinanze una grotta a scorrimento lavico ha restituito frammenti ceramici del Neolitico Medio nonché del Bronzo Antico (Privitera 2007, pp. 97-98) (Lisi et alii 2009, Privitera 2012), si presume che il sito sia anch’esso di questa età.
Il disco solare misura 2,50m di diametro con la parte centrale di 1m circa. L'altare ha 0,82m di larghezza e 0,50m di altezza. La spirale è costituita da dieci lastroni di pietra lavica più due situati ai margini, che dovevano fare parte integrale della spirale, (larghi 0,80/0,90 m, alti da 1,40 a 1.60 m, spessi 0,20/0,30 m, ad eccezione di uno che non è un lastrone bensì un blocco, spesso circa 0,70 m).  Il primo lastrone, il più interno della spirale, è l’unico ad avere un’altezza di un solo metro ed è ruotato rispetto agli altri. Tutto attorno a tale struttura (diametro interno che va da 2.60 a 3.00 m; diametro complessivo di 5,30 m) è una sorta di corridoio largo 1.10 m delimitato da bassi blocchi appoggiati ad ovest ad una piccola altura che sovrasta la costruzione. Accanto ad essa sono presenti altri lastroni, circa dieci, di cui solo due nella posizione originaria, che potrebbero essere parte di una seconda struttura. Non esiste alcun indizio che ci indichi la cronologia, che riteniamo comunque appartenere anch’essa all’età preistorica per la tecnica costruttiva e la tipologia architettonica. Non si deve dimenticare il ritrovamento di resti preistorici in una vicina grotta di scorrimento lavico (Privitera 2007, pp. 97-98) e di una necropoli tardo-neolitica (Lisi et alii 2009, Privitera 2012). 

Le coordinate del sito sono: 37°51'18.8"N 14°50'07.1"E

disco solare o ombellico della Dea Madre

Altare 

Spirale megalitica

Grotta di Balze Soprane

Sito cultuale di Balze Soprane
Iniziazione ai culti misterici di Samotracia di Agamennone, bassorilievo, museo di Louvre

Malta, Tempio di Tarxien

Portello tombale della cultura di Castelluccio (foto internet)
Spirale di Newgrange
Spirale in Domus di Janas di Baldedu

Lecce, Grotta dei Cervi, Porto Badisco (foto internet)




Dalla mostra "Vivere nella preistoria", Chiesa di San Francesco Borgia, Catania, aprile 2018, a cura della Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Catania



Rinvenimenti in contrada Balze Soprane


sepoltura di Balze Soprane
ciotola e brocca

Teschio datato al 4370-4220 a.C. circa con metodo del radiocarbonio 


Ansa

olletta biansata

resti di ossa animali

Parti di olle


parti di olla


parte di coppa
Testi di riferimento:
Marija Gimbutas, La civiltà della Dea;
Sebastiano Tusa, Sicilia Archeologica. I caratteri e percorsi dell'isola dal Paleolitico all'età del Bronzo negli orizzonti del Mediterraneo;
Orazio Palio, Maria Turco,Strutture megalitiche nell’area etnea, Notiziario di Preistoria e Protostoria -2015, 2.II Sardegna e Sicilia;
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copyright Giuseppe Tizzone

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