
Il simbolismo e il periodo ci conducono al culto della Grande
Madre, una dea della fertilità, della nascita, della vita, della morte e della
rigenerazione.
La spirale era il simbolo dell’energia e del tempo ciclico, un’allegoria del femminile,il simbolo solare invece rappresentava la componente maschile, che con il suo sorgere e il suo tramontare fecondava la dea madre e dava già l’idea della risurrezione dell’anima simile a quella semitica (il disco solare, secondo le teorie dell’archeologa Marjia Gimbutas, potrebbe rappresentare l’ombelico, dove è concentrato il suo potere di produrre la vita anche se personalmente non condivido questa tesi ma penso che i cerchi rappresentino il sole la parte maschile (complementare alla dea stessa).
La collinetta adiacente è la metafora del ventre gravido della dea madre.
Le spirali trovate in Sicilia incise nei portelli delle tombe di Castelluccio studiate da Paolo Orsi e Bernabò Brea datate all’Antica Età del Bronzo furono accostate ad altre dell’area del Mediterraneo.
I portelli erano rivolti all’interno e coperti da altre lastre, si suppone che le incisioni non avessero funzione di decorazione ma avessero funzione propiziatoria e devozionale.
Le spirali le troviamo in Sardegna in varie tombe del tipo domus de janas della cultura di Ozieri, le troviamo in un basso rilievo custodito a Parigi con accanto la raffigurazione dell’iniziazione di Agamennone ai culti misterici proveniente dall’isola di Samotracia in Grecia, le ritroviamo a Malta nei templi di Tarxien o nell’ipogeo di Hal Saflieni, sono visibili in Irlanda nella stele che chiudeva la tomba a corridoio di New Grange e in molti altri siti e oggetti, ma le spirali più rappresentative sono quelle di iniziazione alla caccia situate nella Grotta dei Cervi di Porto Badisco.
La spirale era il simbolo dell’energia e del tempo ciclico, un’allegoria del femminile,il simbolo solare invece rappresentava la componente maschile, che con il suo sorgere e il suo tramontare fecondava la dea madre e dava già l’idea della risurrezione dell’anima simile a quella semitica (il disco solare, secondo le teorie dell’archeologa Marjia Gimbutas, potrebbe rappresentare l’ombelico, dove è concentrato il suo potere di produrre la vita anche se personalmente non condivido questa tesi ma penso che i cerchi rappresentino il sole la parte maschile (complementare alla dea stessa).
La collinetta adiacente è la metafora del ventre gravido della dea madre.
Le spirali trovate in Sicilia incise nei portelli delle tombe di Castelluccio studiate da Paolo Orsi e Bernabò Brea datate all’Antica Età del Bronzo furono accostate ad altre dell’area del Mediterraneo.
I portelli erano rivolti all’interno e coperti da altre lastre, si suppone che le incisioni non avessero funzione di decorazione ma avessero funzione propiziatoria e devozionale.
Le spirali le troviamo in Sardegna in varie tombe del tipo domus de janas della cultura di Ozieri, le troviamo in un basso rilievo custodito a Parigi con accanto la raffigurazione dell’iniziazione di Agamennone ai culti misterici proveniente dall’isola di Samotracia in Grecia, le ritroviamo a Malta nei templi di Tarxien o nell’ipogeo di Hal Saflieni, sono visibili in Irlanda nella stele che chiudeva la tomba a corridoio di New Grange e in molti altri siti e oggetti, ma le spirali più rappresentative sono quelle di iniziazione alla caccia situate nella Grotta dei Cervi di Porto Badisco.
La caratteristica del sito in Balze Soprane è che la spirale
non rimanda solo alla simbologia, ma anche al culto religioso perché era il
luogo vero e proprio dove si svolgevano i culti.
Al Nord della struttura si trova l’altare, sul lato Est invece è collocata la spirale mentre il disco solare si trova sul lato Ovest, direzione nella quale tramonta il sole. Nella contrada è presente una piccola necropoli, non di recente infatti durante dei lavori di un gasedotto sono state trovate quattro tombe dove sono state rinvenute delle ossa umane datate con il metodo del radiocarbonio tra il 4370-4220 a.C. circa, sono tombe a fossa del tipo neolitico, ricavate nel concavità della roccia e delimitate da pietre o lastre singole.
La spirale è percorribile
lungo un corridoio di circa dodici metri e largo uno, con una linea di pietre a
secco lunga circa 30 metri, un luogo ideale per i riti di iniziazione, di guarigione,
di nascita e di morte.
Al Nord della struttura si trova l’altare, sul lato Est invece è collocata la spirale mentre il disco solare si trova sul lato Ovest, direzione nella quale tramonta il sole. Nella contrada è presente una piccola necropoli, non di recente infatti durante dei lavori di un gasedotto sono state trovate quattro tombe dove sono state rinvenute delle ossa umane datate con il metodo del radiocarbonio tra il 4370-4220 a.C. circa, sono tombe a fossa del tipo neolitico, ricavate nel concavità della roccia e delimitate da pietre o lastre singole.
La datazione del sito è incerta ma nelle vicinanze una grotta a
scorrimento lavico ha restituito frammenti ceramici del Neolitico Medio nonché
del Bronzo Antico (Privitera 2007, pp. 97-98) (Lisi et alii 2009, Privitera
2012), si presume che il sito sia anch’esso di questa età.
Il disco solare misura 2,50m di diametro con la parte centrale di 1m circa. L'altare ha 0,82m di larghezza e 0,50m di altezza. La spirale è costituita da dieci lastroni di pietra lavica più
due situati ai margini, che dovevano fare parte integrale della spirale, (larghi
0,80/0,90 m, alti da 1,40 a 1.60 m, spessi 0,20/0,30 m, ad eccezione di uno che
non è un lastrone bensì un blocco, spesso circa 0,70 m). Il primo lastrone, il più interno della
spirale, è l’unico ad avere un’altezza di un solo metro ed è ruotato rispetto
agli altri. Tutto attorno a tale struttura (diametro interno che va da 2.60 a
3.00 m; diametro complessivo di 5,30 m) è una sorta di corridoio largo 1.10 m
delimitato da bassi blocchi appoggiati ad ovest ad una piccola altura che
sovrasta la costruzione. Accanto ad essa sono presenti altri lastroni, circa
dieci, di cui solo due nella posizione originaria, che potrebbero essere parte
di una seconda struttura. Non esiste alcun indizio che ci indichi la
cronologia, che riteniamo comunque appartenere anch’essa all’età preistorica
per la tecnica costruttiva e la tipologia architettonica. Non si deve
dimenticare il ritrovamento di resti preistorici in una vicina grotta di
scorrimento lavico (Privitera 2007, pp. 97-98) e di
una necropoli tardo-neolitica (Lisi et alii 2009, Privitera 2012).
Le coordinate del sito sono: 37°51'18.8"N 14°50'07.1"Edisco solare o ombellico della Dea Madre |
Altare |
Spirale megalitica |
Grotta di Balze Soprane |
Sito cultuale di Balze Soprane |
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Iniziazione ai culti misterici di Samotracia di Agamennone, bassorilievo, museo di Louvre |
Malta, Tempio di Tarxien |
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Portello tombale della cultura di Castelluccio (foto internet) |
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Spirale di Newgrange |
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Spirale in Domus di Janas di Baldedu |
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Lecce, Grotta dei Cervi, Porto Badisco (foto internet) |
Dalla mostra "Vivere nella preistoria", Chiesa di San Francesco Borgia, Catania, aprile 2018, a cura della Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Catania
Rinvenimenti in contrada Balze Soprane
sepoltura di Balze Soprane |
ciotola e brocca |
Teschio datato al 4370-4220 a.C. circa con metodo del radiocarbonio |
Ansa |
olletta biansata |
resti di ossa animali |
Parti di olle |
parti di olla |
parte di coppa |
Marija Gimbutas, La civiltà della Dea;
Sebastiano Tusa, Sicilia Archeologica. I caratteri e percorsi dell'isola dal Paleolitico all'età del Bronzo negli orizzonti del Mediterraneo;
Orazio Palio, Maria Turco,Strutture megalitiche nell’area etnea, Notiziario di Preistoria e Protostoria -2015, 2.II Sardegna e Sicilia;
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copyright Giuseppe Tizzone